​❀ τïρ øƒ τhε ÿεαɾ 2017 ❀

Lunedì 29 febbraio 2016
"La verità è nascosta sotto un velo di merda e vi renderà liberi"
Chi non sa perdonare spezza il ponte sul quale egli stesso dovrà passare. Perdonare è liberare un prigioniero e scoprire che quel prigioniero eri tu

La leggenda della bell'Anna

La Sacra di San Michele è una Abbazia Bellissima,un complesso architettonico collocato sul monte Pirchiriano ,fondata nel 996, situata all'inizio della Val di Susa sopra gli abitanti di Sant'Ambrogio e Chiusa di San Michele. È il monumento simbolo della regione Piemonte. Ristrutturato, è affidato alla cura dei padri Rosminiani. Qui nasce la leggenda della bell'Anna.

Quella della Bell’Anna è forse la leggenda più nota della valle di Susa. La fama di questa storia popolare è molto poetica ed in più è legata al monumento principe di questa zona, la Sacra di S.Michele.Non si sa con precisione a quale periodo storico si può far risalire la narrazione. C’è chi dice ai tempi del Barbarossa, c’è invece chi sostiene che gli accadimenti siano avvenuti nel 1300. Fatto sta che si parla di un momento storico in cui la valle era percorsa da mercenari e conquistatori dediti ad ogni sorta di razzia e di torbida azione per cui la gente terrorizzata si rifugiava lassù alla Sacra, che era diventata come un fortino. Durante una di queste incursioni un gruppo considerevole di valligiani era scappato sul Pirchiriano: uomini, donne, bambini speravano di trovare nel monastero la protezione per sottrarsi alla furia dei soldati. Fra di loro c’era anche una giovane bellissima di nome Anna che, proprio per la sua prestanza fisica, era chiamata Bell’Anna.Dopo aver saccheggiato le case a valle i soldati si misero sulle tracce dei fuggiaschi e ben presto salirono al monastero. Qui rubarono tutto il possibile, uccisero i monaci e gli sfollati, non prima però, di aver oltraggiato le donne. Solo Anna riuscì a sottrarsi rifugiandosi in un torrione (che ancora oggi porta il suo nome e di cui restano solo più i ruderi). Qui la giovane si mise a pregare intensamente la Madonna e quando i soldati la raggiunsero raccomandò la sua anima alla Vergine e si buttò nel vuoto piuttosto di finire tra le grinfie di quelle furie umane. La sua fede così viva la salvò: la Madonna mandò in suo soccorso due angeli che discesi dal cielo la presero per mano e l’accompagnarono nel volo depositandola dolcemente a terra.Qualcuno dice che la vanità è femmina e per la Bell’Anna mai proverbio fu più azzeccato. Infatti, quando finirono le scorrerie, passata la paura e tornata la serenità, Anna andò in giro a pavoneggiarsi della sua impresa, ma nessuno dei paesani volle crederle. Allora Anna si infuriò per tanta incredulità e sfidò tutti riproponendo il salto nel vuoto. Ma questa volta la sua superbia fu p.unita e quando, davanti ai paesani sgomenti, si lanciò dal torrione si sfracellò sulle rocce sottostanti. Di lei non rimase nulla tanto che un detto piemontese recita «’l toc pi gross a l’è l’ouria» ovvero «il pezzo più grosso è l’orecchio»

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